Che cos’è la roncopatia?

La roncopatia (dal greco ronchòs, onomatopea che indica il rumore rauco o gorgogliante prodotto durante il sonno), è un problema comune e spesso sottovautato: la maggior parte delle persone non considera affatto il russamento come una patologia da prevenire e curare, ma soltanto come un “difetto” da sopportare con rassegnazione entro le mura domestiche.

Solo recentemente si è compreso che questa particolare forma di emissione sonora può provocare serie conseguenze per la salute di chi ne soffre e costituisce il segnale d’allarme di due malattie importanti: la roncopatia cronica e la più grave Sindrome da Apnea del Sonno (SAS o Sleep Apnea Syndrome).

Il russamento avviene per il difficoltoso passaggio dell’aria attraverso le prime viee aeree durante il sonno. Il rilassamento dei muscoli della bocca della lingua e della gola rendono ancora più difficoltoso il passaggio dell’aria.

Il fenomeno primariamente acustico, di intensità variabile, non sempre collega direttamente alla gravità della situazione: non è detto che un russamento lieve sia sintomo di un problema lieve.

 

Cause e fattori di rischio

La roncopatia cronica è principalmente causata da un rilassamento dei tessuti molli del cavo orale, ovvero l’ugola e il palato, che non permette il corretto passaggio dell’aria attraverso la gola.

Questo difetto, solitamente costituzionale, può presentarsi anche in seguito ad interventi chirurgici, come la tonsillectomia. I fattori che predispongono e aggravano la roncopatia sono legati a particolari caratteristiche fisiologiche.

L’età: l’invecchiamento porta a un progressivo rilassamento dei tessuti del cavo orale, con una maggiore incidenza della roncopatia.

Il sovrappeso: l’adipe accumulato attorno alle prime vie respiratorie rende più difficoltoso il passaggio dell’aria.

Condizioni anatomiche particolari: avere il palato molto spesso e tonsille o adenoidi ingrandite può ostruire le vie respitarorie e ostacolare il flusso d’aria.

Difficoltà respiratoria nasale: avere il setto nasale deviato, soffrire di allergie o sinusite può limitare il passaggio dell’aria attraverso il naso, obbligando a respirare – erroneamente – con la bocca.

Alcool e tranquillanti: interessano il sistema nervoso centrale e causano il rilassamento estremo dei muscoli, compresi quelli della gola.

Posizione durante il sonno: dormire supini può ostruire parzialmente le vie respiratorie e rendere difficile la respirazione.

 

Sintomi e complicanze

Chi russa è soggetto a scompensi psico-fisici che si manifestano con sonnolenza, persistenti cefalee, scarsa concentrazione, malumore, deambulazione difficoltosa, aritmia e ipertensione.

Il russamento può inoltre provocare apnee notturne, ovvero frequenti e temporanee interruzioni della respirazione che comportano un cattivo riposo e, soprattutto, un’insufficiente ossigenazione. Se trascurate, possono causare aritmie cardiache e ridotte capacità polmonari.

 

La diagnosi

Il prolasso dell’ugola e del palato molle viene diagnosticato da una visita otorinolaringoiatrica.

La diagnosi è volta a distinguere il russatore semplice dal russatore apnoico (soggetto ad apnee notturne), a determinare la causa del fenomeno e a svelare l’esistenza di complicanze.

L’indagine più importante, specifica e preliminare ad ogni avvertamento per lo studio della roncopatia, è la Polisonnografia, ovvero la registrazione di diversi parametri fisiologici durante il sonno del paziente.

Si tratta di un esame di semplice esecuzione, indolore e poco invasivo con cui si valuta il flusso respiratorio nasale, il livello di saturazione dell’ossigeno del sangue, i movimenti respiratori toracici e addominali e l’itensità dei suoni emessi.

 

Trattamento e cura

Le opzioni di trattamento variano in base ai bisogni specifici rilevati nella fase diagnostica.

Dieta: la perdita di peso aiuta a ridurre le apnee e il russamento nei soggetti in sovrappeso.

Dispositivi orali: il trattamento ortodontico con speciali apparecchi (bite) confezionati su misura corregge la posizione della mandibola e della lingua durante il sonno.

Terapia ventilatoria (CPAP): nei casi più severi, il trattamento delle apnee notturne si esegue tramite CPAP, una maschera a pressione positiva, che impedisce il collasso del palato e delle parti molli della faringe durante il sonno.

Roncochirurgia: interventi chirurgici, anche mininvasivi, eliminano ostruzioni o anomalie delle prime vie aeree. In questi casi, prima della chirurgia, viene eseguita una Sleep Endoscopy: esame endoscopico delle vie aeree superiori esguito durante il sonno indotto farmacologicamente. Questa indagine permette di visualizzzare i punti di russamento e di ostruzione respiratoria.